sabato 4 aprile 2009

Io lo sò perché lo sà.......

Di Chuck Palahniuk.
  • La prima regola del Fight Club è che non si parla del Fight Club.
  • La seconda regola del Fight Club è che non si parla del Fight Club.
  • La terza regola del Fight Club è due uomini per combattimento.
  • La quarta regola è un combattimento alla volta.
  • La quinta regola: si continua finché uno dei due non dice basta.
  • Sesta: niente camicia e scarpe.
  • Settima regola: i combattimenti durano per tutto il tempo necessario.
  • Ottava e ultima regola: se è la vostra prima sera al Fight Club dovete combattere.
Voglio iniziare proprio con le regole del fight club. Sarà scontato, ma quanto sono fighe queste regole?
Ho divorato questo libro. E' scritto in maniera che leggendolo, si riesce a entrare nella testa del protagonista, testa fatta di pensieri sconnessi, pensieri che si accavallano, momenti diversi.
Libro, come già scritto in prefazione, colpisce per la mancanza di dati del protagonista, non c'è razza, nessuna descrizione fisica, niente di niente; lo stesso nome reale del protagonista ci è recluso. In fondo per i fini del romanzo ciò non è importante.
E' un libro violento, ma non per gli scontri, non per le azioni che compiono, ma bensì violento per il tema trattato, la rappresentazione di una parte di civiltà che non partecipa alla storia, non partecipa alle grandi rivoluzioni messe in atto dalla società. Quasi una trasposizione del pensiero di Benedetto Croce del popolo che non fa parte della storia perché non vi partecipa.
"Noi siamo i figli di mezzo della storia, cresciuti dalla televisione a credere che un giorno saremo milionari e divi del cinema e rockstar, ma non andrà così. E stiamo or ora cominciando a capire questo fatto."
Non solo se ne accorgono ma gli girano anche i coglioni di questa cosa, e faranno in modo di far capire il loro ruolo nella società.
Il popolo, (credo si addice meglio il termine popolino), la classe subalterna, l'uomo qualunque, il padre di famiglia che fa il cameriere, il ragioniere senza sbocchi futuri entrano a far parte del club; un po' per gioco, un po' per curiosità, ma sopratutto per sfogarsi, per poter combattere contro qualcosa che non possono abbattere realmente.
Si radica l'idea della futura società, che era già la società d'allora, una società fatta di consumismo, e che non sembra diminuire. Siamo quello che possediamo, e Chuck Palahniuk ci riesce come non mai a rendere questa idea. L'arredamento Ikea poi è l'apoteosi.
"Le cose che una volta possedevi, ora possiedono te."
"La pubblicità ci mette nell'invidiabile posizione di desiderare auto e vestiti, ma soprattutto possiamo ammazzarci in lavori che odiamo per poterci comprare idiozie che non ci servono affatto…"
Frase semplice e lineare non mi è nuova, subito mi ha portato alla mente un'altra frase letta:
"Non combattere contro i mostri o diventerai tu stesso un mostro. E se guardi a lungo nell'abisso, anche l'abisso guarderà dentro di te" (Friedrich Nietzseche)
Potrà non esserci nessun legame tra le 2 frasi, tra i 2 pensieri, eppure il mio cervello ha collegato automaticamente questi 2 pensieri.
Si parla della società, di una società senza Dio, o meglio di un Dio che volta lo sguardo dalla parte opposta a dove si trovano loro.
"Se sei maschio e sei cristiano e vivi in America, tuo padre è il modello di Dio. E se non hai mai conosciuto tuo padre, se tuo padre prende il largo o muore o non è mai in casa, che idea ti fai di Dio? [...].
Brucia il Louvre e pulisciti il culo con la Gioconda. Almeno così Dio saprà come ci chiamiamo."

Ci mette davanti la scelta di essere i peggiori nemici di Dio e fare in modo che si ricordi di noi, oppure essere degli sconosciuti per lui e non avere nessun peso.
In fondo:
"Se il figliol prodigo non avesse mai lasciato casa sua, il vitello grasso sarebbe ancora vivo."
O meglio ancora Tyler ci mette nella condizione di essere il diavolo per avere peso nella società, per essere qualcuno agli occhi di Dio.
Perché in fondo:
"Io sono il sottoprodotto tossico della creazione di Dio."
E bisogna farsi sentire, per dimostrare di esserci stati, bisogna essere quello stronzo che allo scaricare il cesso non scende ma rimane a galla e ci si accorge di lui.
"Quello che dice Tyler dell'essere una merda e gli schiavi della storia, così mi sentivo. Avevo voglia di distruggere tutte le cose belle che non avrei mai avuto. Bruciare le foreste dell'Amazzonia. Pompare clorofluoroidrocarburi in cielo a mangiarsi l'ozono. Aprire le valvole nei serbatoi delle superpetroliere e svitare i tappi sulle piattaforme petrolifere. Volevo uccidere tutti i pesci che non potevo permettermi di comprare e annerire le spiagge della Costa Azzurra che non avrei mai visto. Volevo che il mondo intero toccasse il fondo."
Bisogna attrarre l'attenzione in tutti i modi, giusti o sbagliati:
"Per questo amo tanto i gruppi di sostegno, se la gente pensa che stai morendo, ti presta tutta la sua attenzione. Se questa può essere l'ultima volta che ti vedono, ti vedono davvero. Tutto il resto finisce fuori della finestra, il conto in rosso e le canzoni alla radio e i capelli in disordine. Hai la loro piena attenzione. La gente ti ascolta invece di aspettare il suo turno per parlare."
Ma l'attenzione delle persone non gli bastava più, crea il fight club, ma ad un certo punto anche quello diventa una cosa monotona, una fine d'attenzione e ha il via il Progetto Caos.
Progetto che mina alle fondamenta della società, vuole abbattere i muri del commercio, vuole fare in modo che si possa cacciare tra i grattacieli, niente più deve avere valore, solo l'uomo.
Tutto questo e molto altro ancora ci sarebbe da dire su questo libro.
Libro fatto di insonnia, di avvenimenti in uno stato di inconsapevolezza, della dualità di ognuno di noi, del cacciare le palle di fare qualcosa che non si voglia fare per timore, ma si fa per necessità.
Io lo so perché lo sa Tyler.

1 commento:

Anonimo ha detto...

é bellissimo il tuo commento a un libro che di per se..ha le contropalle ma io ti devo porre un piccolo quesito Sasy.
Come ogni sognatore, visionario, ci si pone davanti al piccolo problema che questa società è una merda,il nostro nuovo Dio non è ne Maometto ne Buddha ma la pubblicità che ci costringe a comprare cose che in verità non ci interessano, la vita frenetica ci toglie il repiro e il lavoro (o lo studio) ci rubba tutti gli anni migliori della nostra vita...quando potremo raggungere i nostri desideri(che sono autoimposti) saremo a due anni da un infarto e pochi in più dalla tomba...
Ma l'antitodo a tutto è vermanete il CAOS?
Il caos è un concetto astratto secodno me, un po' come l'anarchia...
Tu però pensi che sia l'anarchia il vero antitodo?
E se la risposta è no...qual'è la CURA per questa nostra società malata?
MARTY