venerdì 4 dicembre 2009

Quanto cazzo di tempo eh?


Non sarò mancato a nessuno tranne che a me stesso, il che mi stà pure bene. Sono bloccato tra corsi universitari e quant'altro, che però non giustifica la mia completa assenza per mesi. Diciamolo non ha molto senso scrivere se non si ha davvero niente da dire. La cosa bella è che io cosa di dire ogni tanto ne ho, ma la voglia manca.
Mi stò preparando psicologicamente per la tesi di laurea, ho un'idea per cercare di gettare le basi a nuovi studi e rivalutazioni sul fumetto, in Italia in particolare, sperando che possa avere un posto di maggior rilievo in molti istituti pubblici.
Oramai dire che si va in fumetteria fa pensare alle persone che nonostante tu abbia 20 anni o più sei rimasto infantile, che andare in fumetteria non è come andare in libreria, che se non esci con uno dei classici o con un mattone di libro, che oltretutto la maggior parte delle persone non ha mai neanche sfogliato ma lo ha ben sistemato in libreria a prendere polvere se tutto va bene, non hai cultura.
Perchè in fondo questo è, il fumetto per la stragrande maggioranza di persone, in Italia in primis, e cioè mancanza di cultura, qualcosa fatta per i ragazzini, qualcosa che non ha un vero valore, che chi ci campa non può essere preso sul serio.
Provate ad andare in una bilbioteca avete mai visto un fumetto? Mai visto un Manara? Un Crepax? O un Serpieri? Frezzato? Questo per citare dei colossi. Provate a chiedere a un qualsiasi studioso d'arte pittorica se ne ha forse sentito parlare mai di uno di loro. Eppure sono talenti che tutto il mondo ci invidia, che ci "rubano". E ho fatto nomi di grandi disegnatori, che poi è sempre stato un termine che mi ha sempre dato fastidio, prescinde da tutto quello che in realtà è il termine disegnatore.
Una volta la mia ex professoressa (fortunatamente) di Arte propose di andare al Comicon, mi sono detto che forse anche lei ne conosce di questa materia, che non si basa solo sulla pittura classica ma si affaccia anche su questa contemporanea. Questo è stato il mio primo pensiero, per essere subito sostituito con l'idea che invece non capisse un cazzo di nulla e che voleva una giornata fuori. Ha paragonato un disegnatore che disegnava le statuette della fertilità, solo con una tetta in più e di colori sgargianti (il nome di questo artista non lo ricordo minimamente) , con Milo Manara.
Indicativa di come avesse detto il primo nome a caso che aveva letto sul depliant.
Ebbene io mi sono rotto di tutto questo e di molto altro e se ci riuscirò farò una tesi proprio su questo. Il fumetto ha avuto, ed ha un grande peso, in molti campi, ed è ora di metterlo in luce.